domenica 10 febbraio 2008

chiarezza sulle cave a Pescomaggiore

COMUNICATO
chiarezza sulle cave a Pescomaggiore
Pescomaggiore, 3 dicembre '07.
Il Comitato per la Rinascita di Pescomaggiore, costituitosi nel settembre scorso, ha presentato ai sensi dell'art. 6 L.R. 25/88, le proprie osservazioni avverse all'ennesimo mutamento di destinazione di terre civiche di Pescomaggiore ad attività estrattiva.
Si tratta di interventi definiti “accessori” all'attività già in essere ed a quella programmata, ma che risultano “sospetti”.
Una delle critiche mosse è proprio quella che lo “spezzettamento” nell'esame dei mutamenti di destinazione configura una mancanza di trasparenza e l'impossibilità di oggettive valutazioni rispetto ad un progetto di sfruttamento unitario su cui sinora non è stata svolta alcuna valutazione di impatto.
Il Comitato ricorda che l'attività estrattiva avrebbe dovuto cessare fin dal 2006, con il rispristino ambientale dei luoghi, mentre per ampliamenti progressivi l'attività rimarrà in esercizio fin oltre il 2020, pregiudicando ogni altra ipotesi di sviluppo dell'abitato, già escluso dal Parco per esigenze militari.
Nella decisione dello sviluppo dell'area la comunità di Pescomaggiore è stata privata di informazioni e di voce, sebbene la legge consenta un mutamento di destinazione di terre civiche solo ove rappresenti un reale beneficio per la generalità degli abitanti.
Questi abitanti, che a Pescomaggiore sono 40 e nell'estate salgono a circa il triplo, sono tutti indistintamente soggetti ai rilevanti impatti negativi dell'attività estrattiva, sia per la notevole pericolosità della viabilità di accesso alla frazione (la S.P. N° 103) che per l'inefficiente abbattimento in sito delle polveri di escavazione e lavorazione che invadono la strada, i terreni circostanti e lo stesso abitato, con riduzione dei valori immobiliari e menomazione delle potenzialità di sviluppo turistico, anche per l'indiscutibile disvalore visivo costituito dalla demolizione di un'intera montagna con definitiva alterazione del paesaggio.
É giunto il momento di fare chiarezza sul presente e sul futuro delle attività estrattive nell'area, così come sulla gestione delle connesse risorse finanziarie: le terre civiche devono concedersi ad un valore che partendo da quello di mercato incameri anche quello d'uso collettivo ed i proventi devono destinarsi ad investimenti nell'interesse della frazione, meglio se nel dominio collettivo civico.Per cominciare il Comitato ha suggerito l'esigenza di un controllo ispettivo sull'attività in essere per come ad oggi svolta, con verifica dell'attuale condizione del fronte di cava rispetto all'area autorizzata, ed un riesame della complessiva prospettiva dell'attività estrattiva nell'area.

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